INSEGUI LA FELICITÀ: IL MAGO DI OZ
- Sara Favero
- Arte e Cultura
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Il meraviglioso mago di Oz è una favola moderna scritta dal L. Frank Baum nel 1900 e diventata famosa ai più anche grazie al celebre film “Il mago di Oz” del 1939.
La storia racconta le vicende della piccola Dorothy che vive con i suoi zii nel cuore delle grandi praterie del Kansas ma, a causa di un forte uragano, si trova scaraventata assieme al suo cane Toto nel regno di Oz.
Lì incontrerà Glinda, una strega buona che, grata dell’aiuto ricevuto da un’inconsapevole Dorothy nello sconfiggere la cattiva strega dell’Est, le regala le scarpette di quest’ultima e le consiglia di recarsi nella Città degli Smeraldi dove abita il mago di Oz.
Questo potentissimo mago, con i suoi poteri, potrà ricondurla a casa.
Lungo il suo cammino Dorothy si imbatte in tre personaggi: uno spaventapasseri, che sogna di aver un cervello per poter pensare ed essere intelligente, un uomo di latta, che desidera un cuore per poter tornare ad amare, e un leone codardo che vorrebbe essere più coraggioso.
Uno alla volta essi si uniranno a Dorothy nel viaggio che li condurrà dal mago di Oz per chiedere di avere ciò che loro manca e, lungo il loro cammino, vivranno insieme numerose avventure che li costringeranno a mettersi in gioco e a scoprire nuovi e diversi lati di sé stessi.
Il mago di Oz è una storia che, come in tutte le storie che raccontano di un viaggio o di un percorso intrapreso dai protagonisti, ci ricorda che il vero tesoro si racchiude non tanto in ciò che si trova alla fine del proprio cammino, ma in quello che si raccoglie durante, nelle esperienze che si vivono e nelle relazioni che si stringono.
La forza di questo racconto sta nel valorizzare ciò che abbiamo dentro di noi anziché cercarlo al di fuori: quel fantomatico mago si rivelerà essere soltanto un ciarlatano che, pur volendo, non avrebbe potuto dare a nessuno di loro quanto richiesto, semplicemente perché lo possedevano già.
A differenza quindi di tante favole, qui non avviene alcuna “magica trasformazione”, ciò che avviene invece è una presa di consapevolezza di ciò che si è e delle proprie potenzialità: basta solo darsi la possibilità di mettersi in gioco, mettere in campo ciò che si è uscendo dalla propria zona di confort e dai limiti che ci siamo costruiti.
Nessuno però si salva da solo, è bene ricordarlo, e infatti ciò che aiuta i protagonisti a far brillare le proprie qualità è il valore dell’amicizia che li spinge a migliorare e li sostiene e incoraggia nelle difficoltà.
Anche la piccola Dorothy alla fine riesce a tornare a casa, battendo i tacchi delle sue luccicanti scarpette e pronunciando la celeberrima frase “nessun posto è bello come casa mia”. Perché è vero, nessun posto è bello come il proprio nido, ma per capire quanto siano preziosi i valori di casa nostra è necessario aver provato ad allontanarsi, aver esplorato, essere caduti e aver trovato il modo per risollevarsi.
E solo allora ci accorgeremo chela nostra casa è sempre stata con noi e possiamo tornarci quando vogliamo, basta solo desiderarlo davvero, farsi ispirare da un pizzico di magia e non aver paura di tutti gli uragani che incontreremo perché, alla fine, ci sarà sempre un arcobaleno.
Alcune curiosità:
- Le celebri scarpette color rubino che Dorothy indossa nel film, nella storia scritta da Baum sono in realtà argentate. Il colore rosso fu preferito in quanto risaltava maggiormente sullo schermo a colori.
- La canzone “Over the rainbow” (più conosciuta come “Somewhere over the rainbow”) nella versione originale è cantata da Judy Garland proprio per il film Il mago di Oz.
- Il motore di ricerca Google ha omaggiato “Il mago di Oz” creando un simpatico effetto che si attiva cliccando sulle scarpette magiche. Provate!
A cura di Sara Favero