LE PAROLE GIUSTE
- Federica Comunello
- per i genitori
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Ti è mai capitato di dire:
- Non capisci nulla
- Non sai fare niente!
- Stupido
- Non ci arrivi neanche con un ascensore.
- Sei inutile…… ( e ci fermiamo qui!)
Immagino di si. O così almeno ci riportano i nostri ragazzi quando si trovano in difficoltà a scuola o non sanno fare qualcosa in casa.
Nei momenti di tensione è un pò complesso tenere a bada il linguaggio, ma sarebbe opportuno imparare a farlo sempre, perché le parole sono un’arma potente.
Sant’Agostino diceva che “Le parole sono come una freccia lanciata che non torna più indietro.”
Immagina che questa freccia sia ben appuntita e che colpisca qualche oggetto. Sicuramente lo ammacca o addirittura lo distrugge.
E se questa freccia colpisse una persona?
Ci sentiamo spesso dire che noi genitori siamo dei modelli di vita per i nostri figli, perché prima che con gli altri, vivono con noi e si nutrono di tutto quello che facciamo e diciamo.
Il linguaggio che esce in famiglia è, per la maggior parte, il linguaggio che usano i nostri figli quando sono fuori e si relazionano con gli altri.
Sono così potenti le parole che usiamo che sono in grado di attivare anche l’umore conseguente. Se dico “ sei un incapace” si attiva inconsciamente in lui il senso di frustrazione e di impotenza, invece se gli dico “ce la fai” si attivano altre emozioni diametralmente opposte alle prime.
Quindi, se usate in maniera appropriata, le parole sono in grado veramente di cambiare la percezione di quello che vogliamo per i nostri figli.
C’è una bellissima poesia di Dorothy Law Nolte ( scrittrice e pedagogista americana) che dice così:
- Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare
- Se i bambini vivono con l’ostilità, imparano a combattere [..]
- Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi in colpa [..]
però
- Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano ad essere sicuri di sé
- Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti
- Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare
- Se i bambini con l’accettazione, imparano ad amare
- Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo [..]
- Se i bambini vivono con l’onestà, imparano ad essere sicuri [..]
- Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto [..]
- Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui vivere.
Che cosa possiamo fare allora per migliorare il nostro linguaggio con i figli?
Iniziare a trasformare le frasi invalidanti che usiamo con loro.
Per esempio: “Non capisci nulla/ non sai fare niente, …” potrebbe diventare “Questa cosa ti risulta ancora difficile da fare, prova a …”
Se invece il problema sta nel gestire la forza delle emozioni, si può provare a fare questo esercizio:
visualizza una per una le cinque dita della tua mano. Quando sali verso la punta del pollice inspira, quando scendi, espira. Fai così per tutte le altre dita della mano. Se al termine di questa visualizzazione e respirazione ci si sente ancora attivati, si può fare la stessa cosa con l’altra mano.

Verificate alla fine se l’intensità delle emozioni si è ridimensionata. Se è così, è molto più facile utilizzare le parole giuste.
Le parole possono farci piangere o ridere.
Dipende da noi quale dei due stati emotivi vogliamo attivare nelle persone che ci circondano.
A cura di Federica Comunello











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