
Lo studio, un “passaporto” per il futuro
- Redazione
- Una lettera da
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“Ma perchè andare a scuola è obbligatorio?”
A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, un bambino ci ha posto questa “stimolante” domanda, e noi lo ringraziamo per il suo quesito perché ci ha dato l’occasione di riflettere su un tema importante e imprescindibile qual è quello dell'istruzione.
L’obbligo formativo, attualmente definito diritto/dovere, è stato istituito in molti paesi del mondo per garantire la scolarizzazione di tutti i cittadini, un livello minimo di istruzione al quale tutti possono e devono accedere.
Ma a quale scopo?
Si ritiene che un percorso educativo, che prenda avvio sin dalla prima infanzia, sia requisito necessario per consentire la realizzazione personale e occupazionale di ogni individuo, promuovendo lo sviluppo culturale, il senso di responsabilità e un buon inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
Come far comprendere l’importanza di questi concetti ai nostri ragazzi, ai cui occhi potrebbero apparire astratti, eccessivamente profondi e lontani dalla loro quotidianità?
Un anonimo disse: “Senza la base, scordatevi le altezze”. Senza buone fondamenta l’edificio potrà raggiungere grandi altezze, magari in breve tempo, ma non sarà stabile, e al primo scossone molto probabilmente crollerà.
Ogni mattina, sui banchi di scuola, i nostri studenti hanno l’occasione di mettere solide basi per un futuro soddisfacente, che non corrisponderà ad arrivare il più in alto possibile nel minor tempo possibile, bensì al procedere a piccoli passi, "mattone dopo mattone, consolidando un piano alla volta prima di passare a quello superiore", divenendo così individui solidi e capaci di affrontare una realtà complessa.
Ed ecco che ogni materia di studio rappresenterà un’occasione di arricchimento e crescita personale.
Le discipline umanistiche permettono di sviluppare ad esempio il pensiero critico e creativo, e competenze linguistiche e comunicative essenziali nel mondo del lavoro. Le discipline scientifiche allenano la capacità di problem solving, il pensiero logico, il saper porsi domande, trovare soluzioni e analizzare dati. Lo studio delle lingue straniere attiva diverse funzioni cognitive come ad esempio la memoria e la capacità di pensiero complesso e così via.
I “mattoni” a disposizione quindi ci sono, e tra questi non devono mancare il sostegno e l’accompagnamento di famiglia e scuola.
Starà poi ai ragazzi, veri protagonisti del proprio percorso formativo, sfruttare al meglio le diverse opportunità di apprendimento, adottando il giusto atteggiamento di fronte alle sfide che si presenteranno loro.
a cura della Redazione