MANDALA: UN ESERCIZIO PER RILASSARE LA MENTE DI TUTTI

    MANDALA: UN ESERCIZIO PER RILASSARE LA MENTE DI TUTTI

    La costruzione dei mandala è un’antica tradizione orientale che si sta diffondendo rapidamente anche in Occidente, perché capace di lavorare sullo stress, sull’ansia, sulla crescita personale, sulla creatività, ma soprattutto sulla ricerca dell’ordine e dell’armonia mentale.

    Della finissima sabbia viene fatta scivolare sul disegno accuratamente preparato dai monaci, i quali con un imbuto di metallo chiamato Chakpur o delle particolari cannucce, seguono in totale silenzio i contorni delle forme geometriche di un disegno dal significato spirituale.

    Il Mandala rappresenta infatti il processo di formazione del cosmo dal suo centro. Il termine è di origine sanscrita (una delle 22 lingue parlate in India e tra le più antiche della famiglia delle lingue indoeuropee): “Manda” significa “totalità” e “La” significa “essenza” che poi letteralmente tradotto significa cerchio e rimanda alla ciclicità dell’Universo, il nascere, il divenire e la fine.

    Ecco perché i monaci tibetani, dopo giorni, settimane o addirittura mesi di lento e preciso lavoro, al termine della costruzione del mandala lo distruggono. Questo per raffigurare l’impermanenza delle cose materiali e la transitorietà della vita terrena. Le piccole sabbie sottili, ricavate dalle rocce per creare il mandala, vengono poi raccolte tutte assieme e gettate in mare. Anche questo ha un suo significato simbolico: la forza distruttrice sarà quella che darà poi una nuova vita allo stesso tempo.

    Il mondo Occidentale sta scoprendo gli effetti benefici del colorare i mandala, perché quando siamo noi a colorarli diventano l’interpretazione del nostro mondo interiore e del nostro stato d’animo.

    A tal proposito ricordo con molto piacere un’attività svolta nel 2008 con un gruppo di bambini durante la settimana ricreativa svolta presso il Quartiere Nuovo di Rosà dal titolo “R-estate in Nuovo”. Avevo predisposto in giardino una serie di Mandala da colorare e avevo invitato i bambini a girarci attorno e a scegliere quello che più li attraeva. Mi sono stupita del fatto che nessuno di loro si fosse precipitato a prenderne uno in fretta e furia, ma che si fossero concessi un po' di minuti per osservarli e valutarli. Durante la fase della colorazione li avevo invitati ad osservare nuovamente e in maniera accurata il mandala che avevano scelto e di chiudere gli occhi e aspettare che apparisse loro un colore. Questo sarebbe stato il colore che andava al centro del loro mandala.

    L’esperienza è stata ripetuta la scorsa estate con un gruppo di ragazzi adolescenti che hanno partecipato a giungo alle settimane alternative organizzate dall’associazione. Non sapevamo, data l’età dei ragazzi, se saremmo riuscite nell’intento di dare loro un momento per esplorare la pace interiore e calmare la mente. I ragazzi ci hanno sorpreso perché questo “rito” del colorare, accompagnato da una musica soft, ha avuto la capacità di:

    • Tranquillizzare anche i ragazzi più vivaci;
    • Far mantenere loro una concentrazione costante su ciò che stavano facendo;
    • Far rispettare il silenzio assoluto senza alcuna fatica e sforzo;
    • Far ponderare la scelta dei colori da usare;
    • Far emozionare alcuni di loro, i quali, in fase conclusiva del disegno, si sono espressi con un pianto liberatorio di dolore e di gioia interiore.
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    Anche la psicologia in generale riconosce gli effetti benefici dei mandala. Carl Gustav Jung ( una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico di fine ‘800) è stato il primo ad introdurre i mandala in psicologia perché ne aveva scoperto lui stesso i benefici in termini di concentrazione e calma. Si sta scoprendo che questa attività riesce a facilitare l’equilibrio, a infondere una sensazione di pace e serenità, oltre che a favorire la concentrazione e l’attenzione.

    Nella sezione ragazzi trovate un video interessante sul significato dei colori usati dai tibetani per creare i mandali. Cercate in internet “mandala da colorare” e coloratelo assieme ai vostri figli. Se poi vi fa piacere, inviatecelo e noi lo pubblicheremo.

    fonti: 

    A cura di Federica Comunello


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