
ESPLORIAMO LA CALÀ DEL SASSO E I SUOI 4444 SCALINI
- Barbara D'Allura
- Passatempi
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‘’ Si chiama Calà del Sasso, ed è una delle opere più fantastiche delle Alpi’’
Con queste parole lo scrittore triestino Paolo Rumiz definisce un percorso che da più di cinque secoli collega l’Altopiano dei Sette Comuni con la valle del fiume Brenta.
Un percorso unico nel suo genere, composto da 4444 scalini che ne fanno la scalinata più lunga d’Italia e una delle più lunghe del mondo.
La più lunga scala delle Alpi, a pochi chilometri da Bassano del Grappa, collega Valstagna con la frazione Sasso di Asiago.
Più che un semplice sentiero, un’opera assolutamente da visitare e alla portata di tutti, dal camminatore esperto ai bambini.
La straordinaria architettura di 4444 scalini venne costruita alla fine del XIV sotto il dominio di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano. Fu realizzata per poter condurre il legname da Asiago al fiume Brenta in modo sicuro e indipendente dai paesi di Gallio e Foza, paesi questi che altrimenti pretendevano pesanti dazi. Per agevolare ed al contempo rendere sicura la discesa fu realizzata la scalinata affiancata da una canaletta dove i tronchi potevano scivolare. Questa struttura a gradoni fu ideata per permettere un percorso più agevole e sicuro, in questo gli scalini permettevano di evitare il pericolo di scivolamenti in caso di ghiaccio e neve. Oltre al legname per la Calà del Sasso scendevano in continuazione anche mercanzie e soprattutto persone, da qui il nome Calà ovvero SCENDERE - CALARE
La Calà del Sasso è facilmente raggiungibile dal centro di Valstagna. Seguendo la strada per Foza, dopo circa un chilometro nei pressi del secondo tornante, si trova un comodo parcheggio ed un cartello che indica il percorso.
Da qui a piedi si imbocca la stradina sterrata che continua sul fondovalle e dopo circa un chilometro ci troviamo all’inizio della scalinata.
A 255 S.L.M in località ‘’FONTANEA’’ troviamo una struttura in legno che accoglie gli escursionisti per un breve ristoro al coperto offrendo la possibilità di leggere sui pannelli esplicativi la storia dei luoghi, approfondire le caratteristiche architettoniche della scalinata e l’antica leggenda del 1638, secondo la quale ‘’ se due innamorati percorrono insieme la Calà mano nella mano, si ameranno per sempre’’.
La Calà del Sasso è indicata con il numero 778 del C.A.I.
Lungo il percorso alcune zone sono denominate in modo particolare, richiamando caratteristiche e peculiarità di quel posto. C’è la ‘’Fontanea’’ nota anche come Fonte del Benessere, sito di arrivo del legname dopo la discesa a valle e ristoro per i Boschieri. Troviamo poi la ‘’Volta di Maio’’ la curva di Maggio, dove c’è una vasca di approvvigionamento idrico realizzata durante la Prima Guerra Mondiale. Salendo si incontrano molti punti interessanti a livello paesaggistico e anche luoghi di culto dedicati a Sant'Antonio Abate. Proseguendo ci si avvicina ad un imponente pilastro di roccia simile ad un antico torrione e per questo detto il “Castellier’’ seguito dalla ‘’Spironcia’’, una profonda cavità e poi dal ‘’Camin’’ uno stretto passaggio tra le pareti di roccia. Con un ultimo tratto di salita, detto ‘’ L’arto de Evina’’ la Calà termina sul pianoro di Lobba, in località Sasso di Asiago. Alla fine si arriva in un bel prato verde appena oltre la scalinata con panchine e bacheche illustrative.
La salita non è delle più facili, dura dalle 2.30 alle 3.00, più veloce la discesa anche se bisognerà prestare più attenzione. Le famiglie con bambini dovranno attrezzarsi con scarponcini o pedule e zaini per forniti di acqua e bevande.
Dopo un dislivello di più di 700 metri rimarrà la soddisfazione di aver scoperto e percorso una delle opere più futuristiche delle Alpi, la scalinata della Calà del Sasso.
A cura di Barbara D'Allura